Pre-teatro.
Ricerca-ricostruzione di fondamenti di scena attraverso un linguaggio artigianale e libero.
Creazione di prodotti individuali
Creazione di prodotti individuali
da ricollegare grado per grado a una rappresentazione collettiva.
TAVOLI A MERENDA
Il Tè del Cappellaio Matto e il Banchetto di Turandot
negli spazi quotidiani della scuola
negli spazi quotidiani della scuola
Prima dell'azione teatrale, occorre costruire una relazione.
C'è bisogno di e s s e r e, attraverso azioni che diano senso e identità.
Azioni quotidiane, minime, di scoperta e di gioco.
In questo senso, il pre-teatro.
Una ricerca-ricostruzione di fondamenti, che crei attraverso un linguaggio artigianale e libero prodotti individuali da ricollegare grado per grado a una narrazione collettiva,
basata su pratiche manuali, ricerca percettiva e simbolica, invenzione.
La lettura delle Avventure di Alice nel Paese delle Meraviglie a inizio anno e l'incontro con Turandot nel corso dell'inverno hanno generato in una terza primaria due esperienze artistiche e artigianali, presentate insieme alla fine dell'anno nel cortile della scuola: due tavole apparecchiate che sono a loro volta racconto e messa in scena delle due storie attraverso le mani, gli occhi e le interpretazioni delle bambine e dei bambini.
Si pensa dunque ad una storia non in termini di rappresentazione sul palco ma di costruzione di scenario. Manualità e visione: ricerca di temi, colori, oggetti, effetti e significati da trasmettere attraverso la costruzione del tavolo-palcoscenico d e n t r o la scuola, in ambienti non necessariamente dedicati come quello dell'aula-teatro. Anzi, si lavora molto in classe, quando si può all'aperto, si ambienta l'esperienza in luoghi altrimenti dati per scontati o addirittura inutilizzati - nel nostro caso la zona di ingresso dell'istituto - per offrire ai visitatori non solo un esito da guardare ma anche un'idea della scuola come luogo di riscoperta, di sorpresa, di fantasia, di vita condivisa.
Emma Agostinelli Eitan Anav Gabriele Barilaro Tobia Bellucci
Margherita Borrelli Andrea Castagliuolo Giorgia D'Andrea Elena Fede
Jonathan Fellah Nadine Fellah Greta Fortuna Anita Frisone
Chiara Gentili Yoav Mieli Leonardo Palmiotti
Chiara Procopio Giovanni Sergi Bernardo Serrao
Il modello del teatro-educazione è un percorso collettivo condiviso, nel quale la parte finale - spettacolo, esito, lezione aperta che sia - è il momento conclusivo, non il fulcro.
Fare, disfare, interrompere, reinventare. Insieme.
Quel percorso è il metodo stesso.
Quanto più si riesce a sviluppare nel gruppo la sua verità, la sua forza espressiva, la sua creatività manuale, motoria, vocale, tanto più ci sembra di avere lasciato un segno.
O, letteralmente, di aver tirato fuori dal gruppo un risveglio autentico e vitale.
A n i m a z i o n e, infatti, si è chiamata agli inizi quella scelta, teatrale, didattica, sociale.
Nella generazione dei nati dopo il 2000 esiste in ogni gruppo una quota di bambini con seria difficoltà a esporsi e tenersi nel gruppo, anche con proposte semplici: una camminata, un gesto, una parola da ripetere con voce diversa dalla propria. Prima ancora, c'è difficoltà a restare seduti in cerchio, aspettare il proprio turno, interessarsi alle proposte degli altri. C'è la paura di sbagliare. Mancanza di attenzione e di un atteggiamento vicendevole le vediamo ormai in tutti i gruppi - per tacere degli adulti. Che il pubblico sia anche solo quello dei compagni stessi, senza occhi esterni, si assiste comunque ad atteggiamenti di opposizione e disturbo alla realizzazione dell'attività. Diversi bambini sono spersi, agitati, impazienti, arrabbiati. Il cerchio si spezza facilmente. Dunque, la stessa attività propedeutica non compie il suo giro. Il disagio rischia di trasmettersi a noi educatori, che in questa mancata costruzione di collettività partecipante possiamo a nostra volta perdere il filo, non sapere più come procedere, come costruire esperienze felici e fruttuose.
Ho pensato dunque di entrare nelle storie per teatralizzarle non in termini di rappresentazione sul palco ma di costruzione di scenario. Manualità e visione: ricerca di temi, colori, oggetti, effetti e significati da trasmettere attraverso la costruzione del tavolo-palcoscenico d e n t r o la scuola, in ambienti non necessariamente dedicati come quello dell'aula-teatro. Anzi, si lavora molto in classe, quando si può all'aperto, si ambienta l'esperienza in luoghi altrimenti dati per scontati o addirittura inutilizzati - nel nostro caso la zona di ingresso dell'istituto - per offrire ai visitatori non solo un esito da guardare ma anche un'idea della scuola come luogo di riscoperta, di sorpresa, di fantasia, di vita condivisa.
UN TE' DA MATTI - Allestimento e prove. Biblioteca della Scuola "Falcone e Borsellino" di Roma, ottobre 2018.
"Libriamoci a scuola 2018"
UN TE' DA MATTI - Lettura animata della terza C. Aula teatro "Falcone e Borsellino" di Roma, 23 ottobre 2018
Il pomeriggio teatrale: il palcoscenico ospita una parte del pubblico.
Noi siamo in mezzo alla platea con le famiglie.
le 4 foto sono di Anna Quadrino
Dal preteatro, il teatro.
- entrare in un flusso collettivo con regole di ascolto reciproco e avvicendamento nell'azione;
- far parte di un quadro o una serie di quadri di azioni concatenate;
- gestire il silenzio, lo spazio e il movimento secondo una serie di accordi sperimentati in relazione a un pubblico, dentro un tempo concordato.
LE BAMBINE E I BAMBINI
Emma Agostinelli Eitan Anav Gabriele Barilaro Tobia Bellucci
Margherita Borrelli Andrea Castagliuolo Giorgia D'Andrea Elena Fede
Jonathan Fellah Nadine Fellah Greta Fortuna Anita Frisone
Chiara Gentili Yoav Mieli Leonardo Palmiotti
Chiara Procopio Giovanni Sergi Bernardo Serrao
IL TEAM
Donatella Leone Annalena Manca
Virginia Giardino Rosalia Salzillo Chiara Liberti
Cecilia Gloria Francesca Picchi
Annamaria Quadrino
Giuseppina Iori
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