sabato 24 ottobre 2020

SE FOSSI SASSO_preteatro_ limiti e aperture_scuola primaria_100 Rodari

con

Emma Agostinelli Eitan Anav Gabriele Barilaro Tobia Bellucci
Margherita Borrelli  Andrea Castagliuolo  Giorgia D'Andrea   Elena Fede
Jonathan Fellah Nadine Fellah  Greta Fortuna Anita Frisone
Chiara Gentili  Matteo Mezzetti  Yoav Mieli   Leonardo Palmiotti
Chiara Procopio   Giovanni Sergi  Bernardo Serrao

Quinta C primaria
I.C. Falcone e Borsellino
ROMA


 Scegliere nell'attività creativa 
elementi e procedure essenziali e significativi, 
da proporre e accompagnare con libertà e partecipazione.

Non diversamente una parola, gettata nella mente a caso, 
produce onde di superficie e di profondità, 
provoca una serie infinita di reazioni a catena, coinvolgendo nella sua caduta 
suoni e immagini, analogie e ricordi, significati e sogni, 
in un movimento che interessa l'esperienza e la memoria, la fantasia e l'inconscio 
e che è complicato dal fatto che la stessa mente 
non assiste passiva alla rappresentazione 
ma vi interviene continuamente,
per accettare e respingere, collegare e censurare, costruire e distruggere.

Gianni Rodari, Grammatica della fantasia

I. SASSI NEL CORTILE


Nel cortile della scuola, all'inizio, i sassolini erano tutti insieme ai piedi di una scala.
Passando e giocando, già dalla prima settimana si erano sparsi qua e là.

Il primo gioco è stato quello di fare dei mucchi di sassolini. Prima cinquanta, poi cento. 

Ci siamo fermati a duecentocinquanta per ciascuno.

Ogni gioco è importante in sé e anche come passo verso un altro gioco.

Lasciamo spazio a esiti imprevisti anche se abbiamo in mente un percorso.

Per esempio, di loro iniziativa, alcuni hanno creato anche un mucchio di foglie

e un insieme di sassi a disposizione di tutti dentro un cerchio di rametti.

[qui ritorneremo quando parleremo di preteatro, più avanti ]

A volte il risultato di un gioco può essere anche bello e interessante da vedere.

Proposta successiva: fare qualcosa con i sassolini. Senza scrivere. 

Ognuno ha creato per conto suo.




Al termine dell'esperienza i mucchi, le forme e i disegni sono stati dispersi di nuovo.

Anche smontare è giocare, i bambini e le bambine lo sanno bene.

Sassolini e foglie sono rimasti in cortile, nella promessa di un nuovo incontro.


II. SCRITTURA
                   
 Abbiamo cercato un titolo per ogni composizione.

In classe, li abbiamo elencati sul quaderno facendo un disegno a tema.

In seguito, ognuno ha scritto una frase immaginando di essere 

un sassolino o un gruppo di sassolini del cortile 

che parlava a bambine e bambini.

Abbiamo creato un testo collettivo:

Quando ci avete riunito
Il giardino è stato liberato
Eravamo più belli in gruppo
Ci avete trasformato
Di nuovo tutti insieme felici
Non ci calpestavano più
Abbiamo rivisto la nostra famiglia
Ci hanno scomposto di nuovo
Se cadi ti facciamo male ma
Non è nostra intenzione
Non calpestateci più non schiacciateci
Se ci scalciate fuori dal cancello
Non ci ritrovano più
Grazie che ci raccogliete
Non ci hanno mai considerato così tanto
Siamo stati mappe, bottiglie, diavoli,
Persone, pasticcini, montagne,
Carte da gioco, paesaggi, per tutti i gusti.
Tornate presto da noi con la vostra astrattezza
E la vostra arte.

Sia, per l'appunto, un uomo di vetro. 

Egli dovrà agire, muoversi, contrarre relazioni, subire incidenti, provocare eventi 
solo obbedendo alla natura della materia di cui lo immaginiamo fatto.

Gianni Rodari, Grammatica della fantasia

III. POESIA IN CORTILE

Il passaggio successivo è stato quello di tornare in cortile
per scrivere la poesia con i sassolini.


Questa volta la classe si è organizzata per coppie o piccoli gruppi di tre o quattro.
Ogni gruppo era libero di scegliere dove creare la sua riga di poesia.

C'erano anche due limiti/condizioni:


utilizzare lo stampatello minuscolo

restare dentro la visuale della maestra.












Le direzioni e le forme utilizzate per la scrittura hanno modificato lo spazio.

Una forma di preparazione al teatro.

Cambia la prospettiva, e non solo di chi agisce in scena.

Cambia la prospettiva di quello che si guarderà come spettatori, in futuro.




IV. PRETEATRO

Prima dell'azione teatrale, occorre costruire una relazione. 
C'è bisogno di e s s e r e, attraverso azioni che diano senso e identità. 
Azioni quotidiane, minime, di scoperta e di gioco. 

In questo senso, il preteatro. 
Una ricerca-ricostruzione di fondamenti, che crei attraverso un linguaggio artigianale e libero prodotti individuali da ricollegare grado per grado a una narrazione collettiva, 
basata su pratiche manuali, ricerca percettiva e simbolica, invenzione.

Alla ricerca su forme preteatrali, nella scuola dell'autunno 2020, 
al momento aperta con la quotidiana adesione ai protocolli sul distanziamento 
con uso molto limitato di spazi, materiali e strumenti, 
si aggiunge l'assenza un ulteriore elemento che per il teatro è fondamentale: il pubblico.

Si pensa dunque non in termini di rappresentazione sul palco ma di costruzione di scenario. Manualità e visione: ricerca di temi, colori, oggetti, effetti e significati da trasmettere attraverso la costruzione di drammaturgie d e n t r o  la scuola, in ambienti non necessariamente dedicati come quello dell'aula-teatro. Anzi, si lavora molto in classe, quando si può all'aperto,  si ambienta l'esperienza in luoghi altrimenti dati per scontati o addirittura inutilizzati: un'idea della scuola come luogo quotidiano di riscoperta, di sorpresa, di fantasia, di vita condivisa.

Che teatro possiamo fare?
Possiamo fare teatro educazione.

Possiamo promuovere pratiche sociali ed espressive interne al gruppo.
Pensando al suo sviluppo attraverso i suoi occhi.

Un fare teatro che sia dedicato interamente al fare esperienza e scoperta di sé in un gruppo.

Sempre dalla Grammatica della fantasia:

Deve servire ai bambini, non servirsi di loro.


Non possiamo fare spettacoli, siamo limitati nel muoverci in gruppo. 

Nonostante questo, le tracce di quello che facciamo sono memorabili.

Se sappiamo guardare oltre il momento, le immagini e le azioni

possono essere in un altro tempo un taccuino di lavoro anche per la scena.

Continuiamo a guardare, ad annotare.

Il pubblico, adesso, è il gruppo.


Esempio 1. I tre elementi


 Un gruppo scelto da un bambino. 
Un gruppo chiuso in un recinto.
Un gruppo di foglie secche.

Come camminano? Come sono le loro voci?
Quali sono le loro sicurezze? E le loro paure?
Come possono incontrarsi?
Perché possono litigare? 

DARE AL PERSONAGGIO QUALITA' FISICHE, SENSORIALI, MOTORIE, EMOTIVE  = TEATRO

     SCRIVERE TESTI  ESSENZIALI SIGNIFICATIVI   =  TEATRO

LEGGERE IN MODO CHIARO E COINVOLGENTE  = TEATRO

ASCOLTARE CON UNO SCOPO = TEATRO


Esempio 2. Le ombre


Che cosa racconta questa figura?
Che cosa rappresentano quelle ombre?
Che cosa succede con la pioggia, con il sole pieno, o durante la notte?

Come realizzare una uguale figura se si è in gruppo di dieci persone?
Troviamo il modo. 
Diamoci delle parti con dei turni.
Utilizziamo un ritmo.
Nel frattempo, gli altri come si dispongono nello spazio?

CREARE PERSONAGGI CON SPECIFICHE CARATTERISTICHE = TEATRO

REALIZZARE ALTERNANZE NEL TEMPO E NELLO SPAZIO = TEATRO

REALIZZARE SEQUENZE IN SUCCESSIONE = TEATRO


Esempio 3.   La sedia e l'albero


Che cosa vede l'albero? Che cosa vede la sedia?
Se volessi leggere dal quaderno, o parlare agli altri, come metteresti il gruppo, 
sempre rispettando i limiti che la situazione ti propone?
Guarderesti, durante la lettura, sempre dalla stessa parte?
Che cosa cambieresti?

METTERSI NEI PANNI DEGLI ALTRI = TEATRO

CONSIDERARE LA COMUNICAZIONE CON GLI ALTRI = TEATRO

CREARE UNA COMUNICAZIONE VIVACE E INTERESSANTE = TEATRO

Risulta quindi di vitale importanza conservare non tanto un oggetto o un gioco,

ma registrare quello che quell'oggetto e quel gioco hanno generato

nello spazio e nello sguardo, negli atteggiamenti e nelle relazioni.


fV.  GIOCO IN CORTILE

Giochi con distanziamento e materiali sanificati

Con i sassi, due secchi e un cucchiaio per ciascuno ci siamo divisi in due gruppi.

Sul proprio cucchiaio, un sasso soltanto.

A turno, a distanza, si percorre un corridoio tracciato e si porta il sasso nel secchio.

Prima un giro di prova, poi tre minuti, poi cinque.

Chi ha più sassi ha vinto il giro.

Al rtiorno in classe, testi e disegni sull'eperienza appena fatta.


Dopo il primo giro di prova, una bella litigata. 

Qualcuno aveva scelto dei sassi molto piccoli: " Non è giusto!"

La litigata è rimasta impressa a tutti, ma anche lo sforzo successivo per trovare la soluzione

 scegliere dei sassolini campione scelti di comune accordo.


Litigare dentro un gioco può dispiacere, ma la voglia di continuare dà modo di fare pace 

o comunque di trovare una soluzione giusta per tutti.

L'adulto facilitatore accoglie il contrasto e interviene dando spunti per risolverlo.



L'accordo sui "sassolini campione" è stato accettato.

Via con le partite!


Così ancora una volta abbiamo animato il cortile e utilizzato i sassolini.

Nel prossimo disegno, la bambina autrice riporta molti particolari del gioco e del cortile

realizzando una veduta dall'alto completa di bambini e bambini in fila, 

corridoi di gioco, secchi ed elementi

Sono visibili anche i nastri bianchi e rossi che delimitano il cortile in questo periodo,

per dare a ciascun gruppo all'aperto uno spazio protetto.


Roma, 20 ottobre 2020