martedì 4 dicembre 2012

INCIPIT VITA NOVA - racconto senza fine

Di questo testo nessuna parola ho scritto.
L'ho costruito per gioco utilizzando incipit di romanzi e racconti presi dal mio scaffale. 






Molti sono gli amici che mi aiutarono a scrivere questo libro.
Alcuni sono morti, e di tale fama che appena oso nominarli.
Se la cosa avesse un senso qualsiasi – e non ne ha nemmeno l’ombra –
mi sentirei forse incline a dedicare questa narrazione, per quel che vale,
all’invisibilità.



   Utterson, il legale, era un uomo dal volto ruvido, mai illuminato da un sorriso.
   - Caro Halford, quando ci siamo visti l’ultima volta mi hai fatto una narrazione molto minuziosa e interessante degli eventi più significativi. Tutta la verità di questo strano caso il mondo l’attende da tempo e sarà certo benvenuta per la curiosità del pubblico. All’inizio l’arte del puzzle sembra un’arte breve, di poco spessore. Ma coloro che pensano, non meno di coloro che sentono profondamente, ne hanno sempre difeso l’esistenza. È una cosa universalmente riconosciuta.
   - Niente da fare. Mi sono accinto più volte a scrivere queste mie memorie, e uno strano sentimento misto di terrore e di angoscia mi ha sempre distolto dal farlo. Tra i molti problemi che assalgono un romanziere, la scelta del momento in cui cominciare il suo libro non è il meno grave. Quando un uomo è nel mio stato... l’infelicità è infinita. Dichiaro innanzitutto di non possedere quelle doti d’immaginazione ed espressione che mi avrebbero permesso di ricreare, per il lettore, la personalità dell’uomo che…
   - Andiamo. L’inizio è facile da individuare. Apro la lettera… Erano le sette di una sera caldissima.
   - Un giorno d’estate. Il giorno era passato giusto così, come passano i giorni. In un caldissimo principio di luglio, verso sera, un giovane uscì dalla propria misera stanza che occupava in subaffitto in una casa del vicolo…
   - Scomparve? L’invisibilità mi sembra il requisito primario dell’eleganza.
                 - Per cominciare: era partito, approfittando delle vacanze, per una spiaggia che distava
               mezza giornata di viaggio. A metà strada tra Marsiglia e la frontiera italiana c’è un grande
              albergo intonacato di rosa.
   - Era di moda, anni fa. Palazzo bello. Andiamo, caro Halford. Il forestiero arrivò un martedì.
   - Non si poteva andare a passeggio, quel giorno. Era una sera d’estate e nella grande stanza con le finestre sul giardino si parlava di fogne.
  - Una stanza elegante.C’erano soltanto due americani nell'albergo. Un uomo qualunque…
  - Per me lo trovo perfetto. Sono un americano. Guardo giù nella strada profonda e solenne tra gli edifici massicci. Sono come una macchina fotografica dall’obiettivo aperto: registro passivamente, non penso. Sono un americano.
   - “Sì, certamente, se domani farà bel tempo”, disse la signora. Bella, intelligente e ricca, con una dimora confortevole e di carattere felice. Fu un vero colpo di fulmine. -  Utterson mangiò un’arancia sputandone i semi adagio: - La trovarono dei ragazzini. Questo ho sentito. Il sole non era ancora sorto. Non si distingueva il mare dal cielo. Era una donna minuscola.
- Era di moda, anni fa, farsi beffe dell’amore a prima vista come di una ridicola fantasia. Ma le persone che pensano, e quelle che sentono profondamente, hanno sempre affermato la sua esistenza, - l’americano versò un’altra tazza di caffè:  - Che cos’è la verità? Il mondo è tutto ciò che accade. Il mondo è l’insieme dei fatti, non delle cose. Niente da fare.
   - Comincio a crederlo.

 ( ... )


UNA SPECIE DI RITORNO A CASA - racconto palindromo



  Un racconto di molti anni fa ripreso di recente. Palindromo in senso lato: la scansione in avanti e all'inverso va per frasi. Un racconto sul tempo, anche un gioco..


   Anche se non gli credo, ho deciso di tornarci.
   Non posso negare che mi faccia uno strano effetto.
   Afferma che la sua libreria sia la migliore. Quando vedi il reparto antiquario ci credi.
   Non ho capito come riesca, forse dipende dal primo libro che scegli. D’istinto ho cambiato argomento ogni volta che si è accennato alla mia vita personale.
   Non sa dove lavoro, né dove abito.
   Io avevo sempre dubitato, a cominciare da quella storia che poteva mostrarmi in sogno le scarpe che ho posseduto nel corso della mia vita.
    – Da nuove o da usate?  
    – Non difenderti. Nuove. Non tutte insieme.
   Nei giorni precedenti aveva insistito: – Vorresti scrivere a Emily Brontë? –.
    –  Oppure a chi?
    – Non difenderti. Ti risponde.
   Davanti alla libreria c’è sempre un bambino che vende sigarette. Ogni volta come ora ne compro un pacchetto e gli regalo il resto come scongiuro.
   Appena mi vede va a prendere qualcosa dietro al banco: – Notizie, –  una busta chiusa. – Le ho scritto a nome tuo. Mandale i miei saluti, alla prossima.
   In verità la notte passata avevo rivisto il mio primo paio di stivali. Camoscio. Chi era stato a volere quel sogno? Dunque è vero anche che può scrivere a qualsiasi scrittore, di qualsiasi epoca, a condizione che sia morto. Lui ha qualsiasi indirizzo.
   Adesso in libreria mi mostra l’orologio.
   – Vuoi tornare indietro nel tempo? Il tempo all’incontrario. Diciamo mezz’ora, per cominciare.
   Stavolta non gli credo.
   Spinge indietro le lancette, una spinta di niente, tra pollice e indice.
   Stavolta non gli credo.
   – Vuoi tornare indietro nel tempo? Il tempo all’incontrario. Diciamo mezz’ora, per cominciare.
   Adesso in libreria mi mostra l’orologio.
   In verità la notte passata avevo rivisto il mio primo paio di stivali. Camoscio. Chi era stato a volere quel sogno? Allora è vero anche che può scrivere a qualsiasi scrittore, di qualsiasi epoca, a condizione che sia morto. Lui ha qualsiasi indirizzo.
   Appena mi vede va a prendere qualcosa dietro al banco: – Notizie,  –  una busta chiusa. – Le ho scritto io, da parte tua. Mandale i miei saluti, alla prossima.
   Davanti alla libreria c’è sempre un bambino che vende sigarette. Ogni volta come ora ne compro un pacchetto e gli regalo il resto come scongiuro. Nei giorni precedenti aveva insistito: – Vorresti scrivere a Emily Brontë? –.
    –  Oppure a chi?
    – Non difenderti. Ti risponde.  
   Io avevo sempre dubitato, a cominciare da quella storia che poteva mostrarmi in sogno le scarpe che ho posseduto nel corso della mia vita.
   – Da nuove o da usate?
   – Non difenderti. Nuove. Non tutte insieme.
   Non sa dove lavoro, né dove abito.
   Non ho capito come riesca, forse dipende dal primo libro che scegli.      
   D’istinto ho cambiato argomento ogni volta che si è accennato alla mia vita personale.
   Afferma che la sua libreria sia la migliore della città. Quando vedi il reparto antiquario ci credi.
   Non posso negare che mi faccia uno strano effetto
   Anche se non gli credo, ho deciso di tornarci.