mercoledì 25 dicembre 2013

ALBUM DI GIOCATTOLI - uno scritto e disegni di Vincenzo Manca su giochi e giocattoli nella Sardegna del primo Novecento




Vincenzo Manca  ALBUM DI GIOCATTOLI, Mediando Edizioni, 2013

Il pittore e intellettuale sardo Vincenzo Manca Luridiana (Ozieri 1916-Sassari 2013), durante gli anni Settanta progetta uno scritto sui giochi della sua infanzia nel paese di Pattada. Lo realizza insieme a una serie di disegni che riproducono giocattoli costruiti artigianalmente da mani di piccoli e grandi, con l’impiego di oggetti e materiali della vita del lavoro o della casa e reinterpretati con fantasia e creatività.
L’omaggio a Pattada e per esteso alla gente della Sardegna, per tutta la vita dell’autore punti di riferimento e di ispirazione, propone l’occasione di cogliere in poche pagine diverse linee di interesse e di riflessione di una personalità che ha praticato la politica, l’insegnamento, il giornalismo, l’arte in una dimensione di rafforzamento reciproco e organico. 

Anche molti anni dopo la sua composizione, questo lavoro scritto di Vincenzo Manca ci ha dunque colpito per lo sforzo di comprensione dei legami tra attualità e vita passata, per l’impegno con il quale il suo inchiostro ha voluto tracciare parole e figure, in onore di una eredità di popolo vissuta come cosa di tutti, dei bambini per primi.

Annalena Manca

AUSTEN E I CHING 3. Apertura. Il lettore attivo

I Ching e i romanzi di Jane Austen si distinguono per la loro apertura nei confronti di chi legge. Sebbene i temi che trattano siano complessi, invogliano all'analisi personale e attiva di fatti e relazioni.

L'I Ching comunica immediatamente per immagini, tanto familiari quanto evocative. La giustapposizione variabile di segni di cielo, lago, tuono, fuoco, terra, montagna, acqua e vento favorisce soluzioni combinatorie creative. I Ching offre un perpetuo vocabolario per l'esistenza, è un'opera felicemente inconclusa.
Le modalità di consultazione del classico cinese possono essere varie: per cominciare, si inquadra una situazione presente e tramite un'operazione di sorteggio con monete si individuano gli esagrammi da consultare. Oltre all'immagine, il Libro fornisce una parte testuale densa di commenti e chiavi di interpretazione. Gli esagrammi possono essere considerati in piccoli nuclei di correlazione o attraverso contrasti: ogni esagramma ha il suo opposto, che può rappresentare ciò che una situazione "non è", dipingendo ulteriormente il quadro. In alcuni casi si preferisce premettere all'analisi una domanda, altre volte è interessante tacere e "farsi leggere" dagli esiti medesimi.
La riscrittura continua che il Libro dei Mutamenti consente è possibile se il lettore opera con adesione interiore, altrimenti la voce del saggio si fa inudibile, le parole e i significati suonano vacui e indeterminati. L'aspetto di partecipazione attiva è fondamentale, perché il lettore opera scelte di significato rispetto ai contenuti, che vanno trattati con atteggiamento disponibile alla percezione e alla graduale consapevolezza dei propri aspetti critici. In questo senso, aprire l'I Ching è quanto di più diverso possa esistere dal porre una sfera di cristallo tra noi e un veggente. Nella consultazione dell'I Ching, mago e richiedente sono la stessa persona, subordinata a leggi di realtà e autenticità spesso difficili da comprendere e accettare, se non nel tempo e con umiltà. Questo è uno dei messaggi: ti sai leggere?


Quale attiva apertura e quale dialogo propongono, i romanzi di Jane Austen?

Datati più di due secoli, trattano sempre dello stesso argomento: l'affermazione dell'amore come comunione di spiriti in contrasto con l'inautenticità, i pregiudizi di classe e l'incombere asfissiante della materialità; si svolgono perlopiù in un ambiente di provinciale campagna, circoscritto fino alla claustrofobia sociale, con protagoniste di età acerba che per reagire alla banalità e alla povertà spirituale mettono a rischio il tradizionale futuro di cui dispongono – piccolo, prevedibile, ma pur sempre un futuro.
Ecco il punto di apertura: la proposizione di donne protagoniste della propria felicità, rivolta a uno stuolo ancora innumerevole di lettrici e lettori. Jane Austen ha messo al mondo creature femminili capaci di compiere - e conoscere attraverso la lettura - un cammino di consapevolezza e autodeterminazione verso il meglio, il positivo. Lo ha fatto da esponente della classe media, operosa, concreta e costruttiva, procedendo con tenacia e senso etico alla sua personale riforma del sistema letterario e sociale, ed è andata oltre. Il personaggio più potente del mondo austeniano è proprio lei, Jane. Lei ha scritto, lei ha compiuto una rivoluzione, la compie ogni giorno: lo conferma il consenso strepitoso che continua a riscuotere. Il fatto che ci sia tuttora bisogno di Austen, oltre a dimostrare il buon palato dei lettori, indica l'attualità della subordinazione femminile e della questione etica, sottolinea l'esistente conflitto tra classi e rimarca la decisiva influenza esercitata dal denaro sulle scelte dell'individuo: se in questi temi c'è ristrettezza, è questione da imputare alle società che ancora perpetrano concetti di diseguaglianza e disarmonia morale, non certo alla scrittura di minuziose pagine su un tavolino dello Hampshire.
Una seconda forma di apertura offerta dall'autrice risiede proprio nel suo linguaggio: accessibile, arguto, critico, magistrale.  Si emerge dai suoi romanzi con la sensazione di essere migliorati nel tono, nella capacità di osservazione, nell'interpretazione dei fatti vicini e lontani, degli altri e di sè.
Se ci si appassiona, l'intero canone diventa un unico grande libro. È una terza forma di apertura: l'unitarietà dei temi e dell'ambiente permette la declinazione di fasi di passaggio e mutamento della crescita tra un volume e l'altro; ciò vale anche per uno studio evolutivo dell'autrice, come testimoniano per esempio le atmosfere e le vicende più cupe o complesse di Mansfield Park, Emma Persuasion rispetto alle opere precedenti, In questo senso, le storie e le protagoniste di Austen possono aprirsi l'una all'altra, interpretandosi e completandosi a vicenda.



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AUSTEN E I CHING 2. Il Libro dei Mutamenti e i romanzi maggiori di Jane Austen

La lettura del Libro dei Mutamenti (I Ching) può portare a considerare le opere di Jane Austen in una peculiare prospettiva. 


Il Libro dei Mutamenti  è un testo antichissimo, scritto in cinese da un imperatore e suo figlio guidati da un saggio taoista. È formato da 64 immagini dette esagrammi, risultato della combinazione binaria di otto simboli fondamentali, ciascuno dei quali costituito da tre linee spezzate o continue, originate dalle due modalità del cambiamento, lo yin e lo yang.
Ogni esagramma è numerato e ha un titolo. Per la maggior parte si tratta di verbi. Soltanto due sono oggetti: il Pozzo e il Crogiolo. Ogni esagramma ha un commentario che parla di morte e vita, rigenerazione e decadimento; gli aggettivi prevalenti esprimono arcaico dualismo: grande e piccolo, inferiore e superiore. I nomi dell'I Ching richiamano esperienze interiori o quotidiane costitutive dell'agire umano, lette e interpretate secondo cicli e immagini naturali, marcatamente stagionali.
Il libro si consulta allo scopo di ottenere interpretazioni su specifiche situazioni personali o di governo, all'interno di una prospettiva del presente legata al ritmo dell'esistenza, dell'età, di conflitti tra positivo e negativo, sempre in termini dialettici e pacificatori. 

Il canone di Jane Austen ( Inghilterra, Hampshire, 1775-1817) è composto da romanzi, lettere, scritti giovanili e scritti incompiuti.
Jane Austen pubblica in vita; in vita ha successo e una retribuzione economica. Tuttavia, poco la accomuna a una attuale scrittrice di fama: i suoi romanzi vengono pubblicati in forma anonima, non frequenta né scrittori né circoli letterari, si sposta raramente dallo Hampshire, e con dichiarata riluttanza.
L'ordine di pubblicazione delle opere non segue quello di composizione: l'esordio editoriale avviene a trentasei anni, con Sense and Sensibility, quando l'autrice ha già scritto racconti e romanzi giovanili, parodie e lettere, ma soprattutto versioni provvisorie o definitive di Northanger Abbey (dapprima Susan, pubblicato postumo nel 1817),Lady Susan ( 1871), Mansfield Park (1814) e la prima versione di Pride and Prejudice (1813). Nei seguenti due anni scrive Emma (ultimo romanzo pubblicato in vita, nel 1815), Persuasion (postumo, 1817, con data 1818) e conclude dodici capitoli di Sanditon (1925).

Al centro di ogni romanzo austeniano c'è una protagonista femminile; eccezion fatta per Emma Woodhouse, si tratta di giovani modestamente e instabilmente collocate nella scala sociale, alle quali un matrimonio d'amore con un uomo di magra affluenza è per principio sconsigliato;  laddove il cuore batta per un maggiorente,  l'unione è tiranneggiata dall'alto, tramite calcoli e convenzioni, perché egli è obbligato dai suoi standard (o dai suoi debiti, dipende). Emma, figlia nubile del proprietario più importante della zona, per lunga parte della vicenda non pensa affatto a sposarsi, perché sa di non averne bisogno. Ricca com'è, può dunque dedicarsi a infestare la terra dei sentimenti altrui con consigli capricciosi e inavveduti.

Tutte le protagoniste, Emma compresa, troveranno amore e matrimonio grazie a un processo di crescita e consapevolezza propria e dell'amato, in una prospettiva di buona disposizione, perseveranza e affermazione della virtù: atteggiamenti tanto alti per contenuto e linguaggio quanto soddisfacenti a eliminare il tormento economico. Nel crogiolo di miss Austen bolle forte una salsa di convinzioni e pragmatismo, coesistono il bene materiale e il bene etico, la norma e la ribellione.

AUSTEN E I CHING Introduzione a una lettura in parallelo

È abitudine non tanto inconsueta, tra lettori affezionati di un certo preciso libro, domandare consiglio in tempo di dubbio o di avversità. Si aprono le pagine a caso, se ne traggono sentenze, indizi, direzioni.

Dai romanzi cosiddetti "adulti" di Jane Austen (Northanger Abbey, Sense and Sensibility, Pride and Prejudice, Mansfield Park, Emma e Persuasion) ricaviamo pareri inossidabili in fatto di dilemmi, non solo strettamente sentimentali ma anche sociali e morali. Considerando i due secoli e oltre di distanza dalla loro composizione, i verdetti risultano sorprendentemente efficaci e possono davvero essere molto austenianamente finalizzati al pratico, come testimonia il mazzo di tarocchi di Diane Wilkes da cui è tratta l'illustrazione per la presente nota. D'altronde, le protagoniste offrono profili tali da consentire un gioco di inferenze sottilmente coordinato e complesso. Sebbene l'occulto nel mondo di Jane sia stato rappresentato soprattutto dall'assenza del suo nome sulla copertina dei romanzi.

La prodigiosa replica della scrittrice al molteplice confinamento che ingabbiava la classe media del suo tempo (matrimoni combinati, vacuità di occasioni sociali, pregiudizi e restrizioni intellettuali, dipendenza economica) è stata una galleria di adolescenti e giovani donne che dicono invece: "Io vorrei un modo etico, per poter vivere" e di conseguenza agiscono con perseveranza, dignità e senso pratico nei confronti di individui e situazioni spiacevoli. Da più di duecento anni agiscono con una grazia e una fermezza tali da costituire, per il lettore appassionato, un reticolo di situazioni e pensieri esemplari in caso di conflitto o pressione.

In questi ultimi anni ho sperimentato come il contatto con il mondo di Jane – fossero testi, film o prodotti televisivi - mi infondesse invariabilmente sollievo e conforto in momenti di fatica mentale e emotiva. In principio, io stessa attribuivo alto valore tonico al vestito visivo delle storie dell'Ottocento inglese. Con il tempo, mi sono trovata agganciata nel profondo alla visione dei rapporti e della difesa delle proprie scelte espressa dal canone austeniano. Crudelmente, pazientemente, argutamente, si parla delle varie fasi della vita e di come siano possibili processi di crescita e cambiamento in momenti di incertezza e contrarietà. 



La perseveranza, la comprensione, la crescita sono temi fondamentali de Il Libro dei Mutamenti. Mi è sembrato possibile fare alcune considerazioni in parallelo tra l'I Ching e il canone austeniano, per alcune specificità che riguardano sia i temi trattati che il ruolo del lettore.



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