orto nuove avventure di
Pinocchio goccia bottone matita
mistero di Natale libro
classe III C primaria
Istituto
Comprensivo “Falcone e Borsellino“ di Roma
Anno scolastico 2023 – 2024
La scrittura
dei primi mesi della classe terza emerge dal parlato e dalla fase di
apprendistato manuale e tecnico. Suona acerba e sintetica al tempo stesso: è
laboratorio di narrazione, ma anche di crescita.
Da
ottobre a dicembre 2023, il gruppo ha
fatto esperienza sugli stati della materia e sugli animali, abbinando
l'osservazione dal vero e la conoscenza personale all'incontro con informazioni
visive e testuali di genere scientifico su elementi e fenomeni della natura.
Gli
stessi temi sono stati via via esplorati e trattati nelle ore di arte, con la
sperimentazione di varie tecniche e la realizzazione di disegni e
manufatti.
Parallelamente,
un giorno alla settimana, è stato proposto un tempo per scrivere storie in tema
con l'argomento trattato. Sette settimane, sette temi. Le storie sono state via
via riunite in un'unica raccolta. Il titolo si riferisce sia alla
pratica di scrittura che alla proposta di spunti legati alla vita reale ed espressiva
di bambini e bambine di 8 e 9 anni.
Ogni
testo è rispettato nei suoi aspetti spontanei, con gli interventi del caso
sull’ortografia. Si sono inseriti segni di punteggiatura e spazi tra le frasi,
al fine di valorizzare il senso, il ritmo e la teatralità.
Oggetti, luoghi ed esperienze di vita quotidiana sono resi protagonisti, animati via via in aspetti magici, comici, sonori, simbolici. Le storie si sono sviluppate ed estese nel tempo grazie all’ascolto reciproco dei risultati, in classe. Ci ha accompagnato l'ascolto di Pinocchio e delle Fiabe italiane a cura di Italo Calvino, ricordato nel centenario della nascita con quattro sue preziose parole: le fiabe sono vere.
Nota di AM: Qui sono proposti alcuni esempi, accompagnati da note e intervallati dalle foto di sette mie tavole 20x30. Per ogni tavola ho utilizzato un materiale quotidiano, traducendo a modo mio l'esperienza sulla materia e sulla narrazione vissuta a scuola con le bambine e i bambini.
ORTO
La
nostra scuola ha un orto didattico, perciò fin dai primi giorni è stato
possibile vivere l'osservazione dal vero. Abbiamo trascorso diverse ore a
contatto con la natura del primo autunno.
Una cosa si trasforma nel tempo e diventa...
LA
CAROTA E LA PATATA
Una carota
parlava con una patata: - Quando saremo cotte in padella? Non vedo l’ora!
Arrivò un contadino e loro dissero: - Ci prendi?
E lui le prese. Loro erano contente: - Finalmente in padella! Cotte con il
sale! Ciao, sale!
- Ciao, carota! Ciao, patata!
Così vissero felici, mangiate e condite.
IL
ROBOT E LA LUMACA
- A Napoli.
- Quanto ci vuole?
- Eeeeh. Quattro anni. Le lumache sono belle lente.
Improvvisamente si scaricò la batteria del robot e la lumaca lo portò all’ospedale. Il dottor Talpa disse: - Deve mangiare solo cose salutari.
Il robot guarì e si fecero una passeggiata. Videro una banconota da venti euro. Si comprarono una coperta per dormire e furono ancora più amici di prima.
La forte presenza del parlato fa di questi esempi degli ottimi spunti per la drammatizzazione: con la voce, con personaggi-marionetta, con i bambini e le bambine che assumono la parte di questo o quel personaggio, del narratore. Si possono inserire elementi sonori, canti, ritmi. Si può costruire un pannello da cantastorie. Si può registrare, girare un video, fare fotografie per un albo, inventare scene e costumi.
In questo
senso parliamo di preteatro, cioè di quelle pratiche svolte in un
gruppo dove sono presenti parametri di teatralità: un testo-pretesto, una
organizzazione spaziale e temporale di personaggi e eventi, la ricerca di
linguaggi espressivi e artistici adatti a un pubblico. Volta per volta, la
classe si alterna nel ruolo di azione e di fruizione. La rappresentazione vera
e propria può durare pochi minuti, ma il tempo lungo della preparazione è il
vero nucleo dell'esperienza e si fa modello organizzativo-pedagogico.
NUOVE
AVVENTURE DI PINOCCHIO
PINOCCHIO E IL
MOSTRO
Una sera Pinocchio uscì di casa e decise di farsi una passeggiata. Vide un lago
e si riposò. Mentre guardava le stelle, sentì un rumore e poco dopo venne
trascinato nel lago. Vide un mostro fatto di alghe che sulla testa aveva una
ninfea. Il mostro lo stava per mangiare, stava decidendo da che punto
mangiarlo. Per fortuna diventò giorno e il mostro cominciò a diventare
bianco e si pietrificò. Pinocchio scappò più veloce che poteva e disse a
tutti i suoi amici di non andare a quel lago.
IN
UN HOTEL DEI DEMONI
Un giorno
Pinocchio stava in un hotel che aveva cento porte, dove non si sapeva che era
un luogo infestato dai demoni.
A un certo punto arrivò un demone, iperveloce e nero, che si chiamava Rush.
Pinocchio si mise in un armadio in tempo.
Per fortuna il demone passò oltre, ne arrivò un altro, un altro e un altro
ancora, e ancora e ancora, ma il nascondiglio era perfetto.
Pinocchio alla fine uscì, attraversò le cento porte, arrivò all’uscita e si
salvò.
Pinocchio si avventura nella paura, e così hanno fatto i due bambini autori. Il loro tratto laconico ha una sua forza. L'ascolto della storia di Collodi, capitolo per capitolo, ha lasciato tracce creative e simboliche, non solo in questo caso ma anche per i temi futuri, dove si sono mescolati con libertà elementi quotidiani, sogni, desideri, ombre.
Leggere Pinocchio ad
alta voce è una sfida contro la paura dei
classici.
La forza di un testo-pretesto non semplicistico, ricco di lessico, resta e matura nel tempo.
GOCCIA
LA CITTA’
DELL’ACQUA
C’era una volta una goccia, poi ne caddero due, poi tre e poi mille. Gli
abitanti sotto diventarono di acqua; pure le case, le strade, i marciapiedi,
pure tutte le cose nelle case, le macchine, cioè tutto, tranne le nuvole.
Così gli abitanti diventarono pesci e la città mare.
Nell’acqua si davano le spinte, i pugni, di tutto succedeva, perfino si
mangiavano l’uno con l’altro.
GILBERTO E
L’ELEFANTE
C’era una volta, in un bosco incantato, un fiume che a un certo punto arrivava
a una cascata. Un giorno la cascata fece cadere una goccia a terra. La goccia
si diede un nome: pensò e ripensò e a un certo punto si accese la lampadina
nella sua testa… si sarebbe chiamata Gilberto!
Gilberto si guardò intorno confuso, il suo cervello pensò, e a un certo punto:
- Ma certo! Sono nel bosco incantato!
Si mise in cammino. Nel bosco incontrò un elefante. L’elefante gli disse: -
Ciao, dove vai?
Gilberto rispose: - Vado in cerca di nuovi amici.
- Beh, allora sei davanti a quello giusto!
Si misero a ridere insieme e così diventarono amici per la vita, per tutta la
vita.
filato di carta intrecciato e annodato su rete per alimenti
Hanno scritto tutti, tutte. C'è chi lo ha fatto a fatica, c'è chi non vedeva l'ora. Il risultato di un laboratorio è proprio questo insieme di variazioni, di soluzioni, di difficoltà e di gioia. Ognuno vede l'altro, e non si tratta di competere, ma di convivere, e conoscersi.
Nelle storie,
sin dal principio, è comparso il tema della ricerca dell'amicizia, talvolta
abbinato a quello della solitudine. Ogni scrittura è un ritratto, spesso un
indizio.
In questi due
casi, entrambi potenti per ragioni differenti, c'è lo spunto per un libro
illustrato. Poche parole, scenari generosi e avvolgenti: dovevano dire di più?
Per gli insegnanti, per i genitori: che cosa significa leggere un testo?
BOTTONE
LUCA E
GIUSEPPE GIOVANNI MARIA
C’era una volta un bambino, Luca. Aveva una camicia azzurra con nove bottoni.
Un giorno sentì: - Ciao, Luca.
Luca si guardò intorno ma non c’era nessuno: - Aiuto, chi c’è?
Uno dei suoi bottoni, che si chiamava Giuseppe Giovanni Maria, gli rispose: -
Non ti agitare, sono il sesto bottone della tua camicia, voglio diventare tuo
amico.
All’improvviso… BADABAAAAAM! Venne un terremoto, il bottone cadde e
si ferì.
Luca lo portò all’ospedale e lo curarono. Il bambino era felice che il suo
bottone stesse bene. Fecero un sacco di giochi e il giorno dopo Luca se lo
portò a scuola. Al bottone piacque e disse: - Bello, fare le moltiplicazioni
con le ciambelline.
E si fecero una risata.
Siamo a metà percorso, i testi si fanno più articolati. Si procede con maggiore sicurezza tecnica: dialogo, poi descrizione, poi effetti sonori, poi colpo di scena e finale leggero. Si tratta di anche di maggiore libertà. Quella libertà dello scrivere e del creare che ti fa dire: oggi parlo di questo, in questo modo, valorizzo la mia intuizione, scelgo le parole, il ritmo, comincio e finisco.
Ogni
testo è un progetto, riuscito o meno. Quello che eravamo in quel momento.
bottoni e filato di lana sarda su tessuto antiscivolo
MATITA
LA MATITA E LA
BAMBINA
C’era una volta una bambina che aveva una matita. Questa matita parlava, però
la bambina non lo sapeva.
LA MATITA IN
CROCIERA
Un giorno una matita che si chiamava Augusto stava camminando perché la mamma
gli aveva detto di fare una passeggiata con il suo cane Matita Blu.
Incontrarono un bullo che si chiamava Salvatore.
C’era una volta una matita che si era stancata di scrivere. Si chiamava Rex. Voleva partire per un viaggio nella giungla. Una sera tirò la zip dell’astuccio per uscire, e quando cadde a terra gli nacquero le braccia e le gambe.
Ogni inizio è un potenziale inizio per qualcosa di altro. Uno sviluppo del laboratorio può essere quello di scambiarsi gli inizi, o i titoli, per scrivere nuove storie. Basta poco, e non è una novità. Quello che è sempre nuovo è il gruppo. Attivarlo dal suo interno è una scommessa, soprattutto per chi insegna e non vuole limitarsi ad assegnare e correggere.
Chi
scrive "basta " ha già cominciato.
MISTERO
DI NATALE
Questa volta,
l'aspetto scientifico è grandemente presente nei riferimenti al laboratorio di
Babbo Natale, con aspetti di tecnologia fantastica e quindi imprevedibile. Non mancano le trasformazioni, le ipotesi, le idee e le pratiche
di soluzione. Per questo caso, presentiamo solo alcuni tra i titoli, in
rappresentanza della varietà delle scelte.
IL RAPIMENTO DI BABBO NATALE
L’ELFO SOMMOZZATORE
BABBO NATALE CATTIVO DIVENTA BUONO
IL BAMBINO SENZA REGALO
L’ELFO CATTIVO
BABBO NATALE E IL MISTERO DELLA
RENNA SCOMPARSA
UN GIOCO SPAVENTOSO
L’INVESTIGAZIONE SUI REGALI
IL BUON CICCIO GUANTONE E IL
MISTERO DEI DOLCI SCOMPARSI
ritaglio e montaggio da maglione natalizio
LIBRO
Arrivato
il settimo tema, è stato come se tutto il laboratorio parlasse di sé stesso. Il
gruppo era nel suo insieme più sicuro e abituato all'appuntamento; perciò, si è
misurato volentieri con l'oggetto che è insieme lettura e scrittura. Scrivendo,
anche noi ne abbiamo scritto uno.
Anche qui,
sono emerse immaginazioni e determinazioni diverse, più un certo grado di
confidenza, che hanno dato spazio a gran finali così come a una sincera
consapevolezza del lavoro necessario da fare e sulla fatica che questo comporta:
Oggi
non mi va di scrivere la storia. (dicembre 2023)
La
consuetudine dell'esercizio e la comprensione dello sforzo necessario per
rispondere alla richiesta di scrittura hanno permesso di utilizzarla anche per
dichiararne l'assenza.
Perciò, qui,
chi non ha scritto è stato in grado di comunicare. Ha comunicato alla maestra qualcosa di più: che per quel giorno sarebbe stata in grado di capire quel
vuoto e quel no.
Se commentate aggiungete la firma, mi fa piacere rispondervi personalmente. A.
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