lunedì 19 novembre 2012

Scene Madri Introduzione - I TRE MOSCHETTIERI

IO SALVO LA REGINA    Introduzione a Scene Madri

Il primo romanzo che ho letto per intero è stato I tre moschettieri ( Les tre mousquetaires, di Alexandre Dumas, 1844), in una versione ridotta che comunque superava le cento pagine. Mi ricordo soddisfazione e stanchezza, alla fine; si è trattato anche del mio primo viaggio all’estero, a otto anni. Da Parigi a Londra senza babbo, mamma o sorelle.

A un certo punto Costanza, la guardarobiera della Regina Anna, chiede aiuto a D'Artagnan. Per l’imminente ballo di corte la sovrana dovrà sfoggiare i diamanti avuti in dono dal consorte Luigi XIII; se non che i preziosi sono a Londra, poiché per amore la Regina li ha dati al duca di Buckingham. Il malevolo cardinale Richelieu, al corrente del segreto, ha promosso il ballo rinfrescando la vanità del re: “Quale occasione migliore perché la Regina possa sfoggiare i puntali di diamante che le avete regalato, maestà?”
D’Artagnan, innamorato di Costanza, si dirige verso l'Inghilterra insieme ai compagni moschettieri; ma Porthos, Aramis e Athos si perdono in agguati e duelli lungo le strade di Francia. Parrebbe che D’Artagnan resti l’unico a varcare la Manica: invece non è vero, ogni lettore lo sa. Perché ogni lettore accompagna D’Artagnan in quel viaggio. Galoppa, impreca, sale e scende da quei traghetti; ogni lettore torna in tempo e salva la Regina.

Figuriamoci se mi tiravo indietro io, bambina sarda che per conoscere qualunque altro pezzo di mondo una nave doveva prenderla per forza.
In quel mare di pagine devo avere navigato con tale agio da continuare a felicitarmi di ritrovare nelle letture seguenti certe qualità. I tre moschettieri è dinamico e corale. La lunga sequenza dedicata al recupero dei gioielli esprime forza anche interiormente cinetica; smuove, rende coraggiosi, fa fare esperienza mentale, prepara: il rischio, la perdita, lo spostamento verso ignota frontiera, si possono affrontare. Così seguiamo D’Artagnan, da provinciali migriamo, disposti all'ennesimo viaggio che occorre; lasciamo Parigi per Londra, per la Regina, per Costanza, per amore, per onore, per avventura. Qui brilla il diamante rarissimo, quello umano. Una signora indossa il vestito dell’adulterio eppure la vogliamo salva; noi lettori e lettrici accogliamo insieme a loro un mondo intero. Siamo maschili, femminili, forti, fragili, intriganti, leali; per ciascuno c’è pregio e mancanza, a cominciare dai tre moschettieri, da D’Artagnan. Epperò, messi insieme, quei quattro fanno una cosa altrimenti irrealizzabile: "Non conta quanto talento possa avere una persona, non conta quanta energia possa avere, non conta quanta integrità e quanta onestà possa avere. Se è da solo, particolarmente se è un politico, può fare ben poco”. Non è Dumas, ma Robert Kennedy. Sono parole che leggiamo nel portale del sito insardegna che ospita questa rubrica. C'entra, c'entra, D'Artagnan, se un traghetto per la Sardegna mi ha attirato a bordo.

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